«Quest’anno è dura…».

A dirlo è Lorenzo Croppi, ex guardiacaccia ed esperto della fauna selvatica che vive sulle  nostre montagne.

« Quest’anno le bestie e specialmente i camosci, prendono una legnata micidiale».

Così Renzo pronostica crudamente il futuro di questi animali e la mimica delle mani con cui accompagna la parola “legnata”, rende l’idea della “batosta” che i camosci prenderanno a causa delle abbondanti nevicate di questo inverno.

«Ne troveremo tanti – prosegue Croppi - quando scioglierà la neve, morti nei valloni, perché travolti dalle valanghe e qualcuno anche stecchito dalla fame e dallo sfinimento, perché sepolto vivo».

camoscio imprigionatoMa come sepolto vivo! Questi animali, non sono forse capaci di sopravvivere anche con tanta neve?

«Sì, certo, ma a tutto c’è un limite – spiega l’ex guardiacaccia – il camoscio si ripara sotto le rocce al sole. Mangia la poca erba che trova nei paraggi  e quando inizia a nevicare, lui sta fermo. Sopravvive ruminando  e aspetta che smetta di nevicare per spostarsi in un altro posto. Quando però la neve in quota arriva a superare  i diversi metri di altezza, come in questi giorni,  l’animale  a volte non riesce più a venir fuori dal suo riparo e rimane sepolto vivo…».

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO