«Probabilmente qui in Italia, c’è stato qualche grosso problema di comunicazione a livello regionale e nazionale, perché da quello che sentiamo in giro nel mondo – abbiamo amici in Cina, negli Stati Uniti ed anche in Europa – si tratta di una infezione, simile all’influenza, che però sembra propagarsi più in fretta, ma dalla quale si guarisce. E’ utile prendere precauzioni, perché si tratta di un virus nuovo, non sappiamo come si comporta, non sappiamo chi sono le persone a rischio, ma è anche importante agire con buon senso. In Cina, nostri colleghi di università, che da più di un mese fanno lezioni on line, dicono che è importante stare tranquilli.
In America, i casi di persone positive al coronavirus sono molto bassi. Ma molti americani non hanno una copertura sanitaria che invece noi in Europa abbiamo; non possono pagare un medico e non possono stare a casa in quarantena e quindi, giù una aspirina e via... a lavorare, altrimenti rischiano il posto di lavoro.
Questa sera (domenica 01 marzo ndr), rientreremo a Milano, ma siamo tranquilli. Qualche precauzione in più, ma niente di che.
Ogni anno, a causa dell’influenza, in Italia muoiono circa due mila persone e dal Coronavirus?
Lo vedremo, ma molto probabilmente, le proporzioni, saranno simili».
Se è vero, come dicono in Cina, che da loro il problema è ormai nella fase risolutiva, fra breve anche in Europa, di questo virus avremo solo un ricordo. Quello che invece in Italia ricorderemo più a lungo, saranno i danni di immagine ed economici che ci porteremo addosso a causa probabilmente di alcune comunicazioni non proprio indovinate.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO