Sono molti quelli che preparano in vita la foto migliore per il cimitero… Alcuni scherzando, dopo averla stampata, la mettono via ed avvisano i loro familiari: “Questa foto a l’è par la tumba…” E poi infatti te la ritrovi lì, in bella mostra al cimitero sulla lapide, a ricordare quel volto e tutta l’emozione di quella immagine.
La foto è importante nel messaggio, anche quando viene applicata negli avvisi funebri di un decesso o nelle epigrafi per ricordare una persona “andata avanti” come sono abituali e significativi esprimere gli alpini nei loro sentiti messaggi di cordoglio.
La foto ti fissa il ricordo della persona scomparsa, più del nome e cognome che non imprimono il volto del soggetto, specialmente quando si è conosciuto uno in vita con un soprannome o quando uno viene chiamato da tutti con un nome e poi viene riportato scritto sull’annuncio funebre con un nome diverso.
Ma poi, a voi non vi è mai capitato di scoprire che il “Pietro” di fatto, è il Piero? Oppure di leggere che è deceduta una certa Tai dei tali Concetta Anna Maria che nella vita è stata conosciuta da tutti come: “Zetta” e via andare, ce ne sono mille di esempi e ve lo dice uno che sulla sua carta d’identità si ritrova scritto il nome Giuseppe, ma tutti conoscono e chiamano Giancarlo.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO