Non si è voluto certo fare concorrenza alle più buone acque minerali del nord Italia. Si è pensato solo e  semplicemente alle utenze deboli della città. A chi non può permettersi di acquistare, al supermercato, l’acqua minerale. Ecco, diciamo piuttosto che unire Bognanco con Domodossola, si potrà ottenere ad esempio una legge regionale che obblighi le grandi catene dei supermercati a vendere i prodotti del territorio ed in questo caso anche l’acqua minerale di Bognanco che oggi purtroppo sugli scaffali non si trova».
Uno dei quattro candidati a sindaco, Moreno Bossone, della lista “Bognanco Futura”, sorride a questa replica e risponde: «Sono contento che il “NULLA” chiamato Bognanco, ha provocato questa reazione del sindaco di Domodossola. Ciò significa che Bognanco è un qualcosa più del nulla».

Già nel 1934,  quando Bognanco contava più di duemila posti letto, si parlava di unire Bognanco con Domodossola ed ora questa ipotesi sembra scandalizzare tutti. Eppure questo scandalo non è poi così madornale. Basti pensare al torrente Bogna che da sempre condivide, nel bene e nel male, le sue piene con Domo, oppure basta effettuare una semplice visura catastale per rendersi conto di quanti cognomi bognanchesi, come i Galletti, Maccagno, Pellanda, Darioli, Scrimaglia, Giovangrandi, ecc… figurano intestatari di beni immobili in città, a dimostrazione che Domodossola è cresciuta grazie anche a Bognanco.

Oggi si potrebbe verificare il contrario e cioè che Bognanco, possa rifiorire, proprio grazie a Domodossola.

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO