Aveva scelto di frequentare la scuola alberghiera Rosmini e da giovanissimo aveva dato una mano al papà Roberto nell’albergo di famiglia a Graniga. Poi iniziò a girare il mondo come cuoco; da Zermat in Svizzera al Canada e poi Tenerife per scoprire che era la montagna il suo habitat naturale. Ritornò quindi a Zermat, con l’intenzione di avere un locale tutto suo, che purtroppo a causa della salute rinunciò ad aprire. Veniva spesso anche nella sua valle Bognanco dove aveva mantenuto la residenza.

Quest’anno trascorse l’intero periodo di lockdown a Graniga con la madre che non lo ha mai abbandonato e quando vennero ultimati i lavori del tornante crollato, si dedicò appassionatamente, come era nel suo stile, ad abbellire lo spazio interno della curva con fiori e le sue straordinarie stravaganze artistiche.

Due settimane fa, arrivò dal cielo un piccione bianco e si posò lì vicino a lui. Gian Luca disse a sua sorella Milena, indicando il volatile: «Guarda! E’ venuto a prendermi».

Difficile da credere, però quando l’altro giorno si è sentito male ed ha capito che ormai per lui era finita, si è fatto accompagnare all’ospedale di Briga ed il piccione è volato via con lui.

Lascia nel dolore la mamma Dorothea, Salvatore, i fratelli Sibylle, Luciano, Milena e Chris con le rispettive famiglie e la madrina Bernadette.

Lunedì 19 ottobre, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, è stata celebrata a ricordo una messa, con la partecipazione della corale e molta gente per l’ultimo saluto all’indimenticabile Gian Luca.

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO