Raggiunta telefonicamente nel giorno della premiazione ha dichiarato:« Non mi sono ancora resa conto di quello che ho fatto».

Come mai ha voluto partecipare ad una gara così dura?
«Non sono una velocista. Mi piacciono le fatiche, le sfide ed amo mettermi in gioco, sempre, ogni volta».

Ma come si fa a portare a termine una gara così massacrante?
«Oltre agli allenamenti ed una condizione fisica perfetta, ci vuole anche un po’ di fortuna. Non devi aver nessun inconveniente durante il percorso. Quindici concorrenti, sono stati ricoverati per ipotermia, uno è scivolato e purtroppo cadendo è morto e molti si sono ritirati. Durante  tutta la settimana di gara, ho dormito solo 5 ore.  Mi sentivo bene e così facevo dei riposini di mezz’ora, un ora al massimo e poi ripartivo».

Quando ha saputo di poter partecipare a questa gara?
«Nel mese di febbraio e da allora ho iniziato gli allenamenti specifici. La valle Bognanco, è stata la mia culla . Man mano che la neve si scioglieva sulle montagne, io salivo sempre più in alto. Ho trascorso le mie ferie a Graniga ed ogni giorno macinavo metri di dislivello in salita. Ho partecipato a diverse gare, con cadenze anche molto ravvicinate una all’altra proprio per capire fino dove potevo spingermi».

E adesso l’ha capito?
«Penso di sì. Mi riposerò qualche giorno e poi  si riparte. Mi sono già iscritta alla mezza di Verbania il 29 settembre ed alla maratona di Firenze il prossimo 24 novembre».

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO