Uh, curioso….possiamo sapere?
“Ci mancherebbe. Certo. Utilizzo farina bianca che mescolo con la farina di polenta di Beura, uova, latte e sale. Faccio una besciamella che amalgamo con il grasso d’Alpe Monscera e funghi porcini e poi preparo le piodine in padella. Farcisco il tutto, metto in forno per venti minuti ed è pronto da impiattare.”
Perché Piodine?
“E’ un idea nata con la pro loco degli anni novanta e vengono servite nel piatto sovrapposte come le nostre piode dei tetti ed ecco giustificato il nome Piodine.”
Sono trascorsi pochi minuti. Mentre mi incuriosivo e ponevo domande, Paola non ha mai smesso di lavorare. Mi parlava e cucinava e con sorpresa mi dice: “Se aspetta cinque minuti, le faccio vedere i piatti.”
Si, certo, intanto bevo un caffè.
“Ecco pronto! Se vuole fare una foto ai piatti faccia pure ma a me niente fotografie per favore.”
Non insisto. Fotografo i piatti fumanti e profumati messi sulla tavola. Una tavola di tutti i giorni, senza tanta cerimonia, ma frutto di una grande passione e indiscussa professionalità. Ho sorriso a Paola e ho capito il perché di quel simpatico cartello sulla porta che entra in cucina e con naturalezza non ho saputo resistere; anch’io ho baciato la cuoca.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO