«Quando abbiamo trovato il biglietto scritto – ha detto Edoardo – ho subito pensato al ponte e siamo andati diretti lì per toglierci ogni dubbio. Purtroppo però, abbiamo avuto la tragica conferma ed è stato terribile vedere il suo corpo inerme, laggiù in fondo sul greto del torrente».

Aveva 74 anni Dante ed «ultimamente soffriva un po’ di depressione» ha detto la sua compagna Ana in lacrime. Nessuno però aveva ritenuto possibile un gesto del genere anche se, a pensarci… stessa età della madre… stesso ponte…stesso periodo dell’anno…stesso malessere… per qualcuno potrebbe essere facile sostenere oggi che sì, Dante avrebbe anche potuto farlo.

Alle otto passate di quella mattina, Dante esce dalla sua casa, in frazione Pinez, a piedi e si incammina verso valle. Lo vede Giuseppe, un altro vicino impegnato a pulire i prati e si scambiano le classiche due parole: Come va… che tempo… i lavori in giardino... Nessuna avvisaglia di stranezze, malori o debolezze mentali. Tutto sembra normale e quindi i due si salutano. Giuseppe continua il suo lavoro e Dante prosegue la sua strada. Una strada che forse solo lui sapeva dove si sarebbe conclusa.

Lunedì 23 si sono svolti i funerali nella chiesa di San Lorenzo e la salma inumata nel cimitero del paese, come è sempre stato suo desiderio.

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO



E se Dante, anziché buttarsi dal ponte, fosse banalmente scivolato?
Magari, nel percorso della sua passeggiata mattutina, si stava recando a Messasca e, arrivato sul ponte, ha guardato giù. E’ sempre molto pericoloso sporgersi nel vuoto di quel ponte. Magari si è sporto troppo ed ha perso l’equilibrio precipitando di sotto. Tutti dicono che si è buttato volontariamente e magari la storia è diversa.

E’ vero, c’è il biglietto scritto: “Ciao Ana…” ed è facile supporre che sia stato un saluto definitivo; voluto, premeditato e sincero.
Avesse lasciato scritto: “Buongiorno, ritorno per fare colazione insieme…”, nessuno si sarebbe disperato ad andare a cercarlo. E invece quel “Ciao Ana…” è stato come chiudere un libro. Senza nemmeno lasciare il tempo per fare correzioni, per tirare una riga sulle cose che non ci sono piaciute o aggiungere nuovi capitoli. Dante ha voluto chiudere il libro della sua vita, lasciando ancora diverse pagine bianche pronte per essere scritte e per ultimo, ci piace pensare che, se non è stato un incidente, in quei quattro secondi, ha detto grazie alla vita.

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO