Detto questo, se guardiamo il calendario, possiamo dire che per la metà di aprile e mettiamoci anche l’anno, non si sa mai: 2025, tutto ritornerà normale. Che poi per i bognanchesi, il “normale”, è percorrere la provinciale, che sono poco più di dieci chilometri, sempre con un occhio alla strada ed uno alla montagna, perché il pericolo di essere bersaglio di sassi che rotolano dai ripidi versanti, è cosa di tutti i giorni e su tutte le strade della valle. Indistintamente. Un pericolo che aumenta ancor di più, durante il disgelo, oppure durante le abbondanti ed abituali piogge che ormai si manifestano in ogni stagione dell’anno.
Ritornando alla variante creata dalla Provincia a tempo di record, forse non tutti sanno che, seppur cosa gradita per il collegamento quotidiano dei bognanchesi con il resto del mondo, ha comunque reso impossibile fisicamente, il transito di autocarri di grosse dimensioni o con rimorchi. Ha impedito il passaggio di macchinari speciali a servizio delle industrie o dei cantieri temporanei, come ad esempio le comunissime gru a braccio in uso nei cantieri edili e causato pesanti limitazioni, anche per le attività turistico ricettive in quanto molti, specialmente gli stranieri, alla guida di furgoni con roulotte al seguito, l’estate scorsa, hanno preferito rinunciare ad avventurarsi nella valle delle cento cascate.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO