Lunedì scorso, all’imbrunire, Lorenzo Croppi, per tutti “Renzo” di anni 73, ha lasciato tutto e tutti qui sulla terra e se ne è andato. «Leucemia fulminante» ha detto la figlia Lorena ancora incredula, malgrado i dottori le avessero già confidato da qualche giorno che non c’era più niente da fare. E come lei in molti fanno fatica a credere che il mitico, l’inossidabile, l’infaticabile Renzo Croppi non ci sia più. Eppure è così, a volte anche le rocce si frantumano. E Renzo era una roccia. A sentirlo raccontare le sue avventure durante gli appassionati anni di quando faceva il guardia caccia era una cosa entusiasmante. Conosceva le montagne e la vita sulle montagne, meglio di chiunque altro e malgrado questo, aveva sempre voglia di scoprire cose nuove, di conoscere, di imparare.

«E’ stato un maestro», confida agli amici Riccardo Maccagno «…e, ha dato molto al mondo venatorio…».

Sono tanti gli amici che lo vorrebbero ricordare tanto che ritorneremo a parlare di Renzo anche nel prossimo numero.

Ieri, la salma, dopo la benedizione avvenuta nella piccola piazzetta antistante l'antica chiesa di San Marco, ha proseguito per la cremazione.
Renzo, lascia la moglie Marina Valterio, la figlia Lorena con Walter, Serena e Sara ed il figlio Fiorenzo.

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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