Il detto che in valle Bognanco sono solo in quattro gatti, potrebbe non essere più tanto vero, perché una colonia felina di almeno tredici esemplari adulti gironzola nella sola frazione della Possa ed il comune è dovuto intervenire affidando alla Associazione A-mici dei mici di Crevoladossola, che si è resa disponibile ad intervenire, un incarico per la loro cattura e sterilizzazione.

«Sono i gatti della Giusy». Dicono nella frazione. «Era lei che gli dava da mangiare a tutti sti gatti e adesso che non c’è più, nessuno se ne occupa. Povere bestie. A volte capita anche a me di dargli da mangiare dei croccantini, dice Clara, ma solo per togliermeli dai piedi, altrimenti, rischio di cadere».

In effetti dieci, quindici gatti che gironzolano, corrono, saltano per le strette viuzze della piccola frazione, sono un pericolo oltre che essere un problema sanitario. Bene quindi ha fatto il comune ad intervenire. Ma non è l’unica frazione ad avere questo tipo di problema. Tempo fa anche alla Pianezza, c’era gente che si lamentava per la presenza di numerosi felini. «Diciamo che adesso il problema qui è quasi risolto – dice Loredana Gaggino che frequenta la frazione. Ne son rimasti forse solo cinque o sei, ma ce ne sono tanti qui vicino; a Camparione ad esempio, dove c’è una stravagante signora di Milano che viene regolarmente a dargli cibo. E qui sopra a Monticchio (frazione del comune di Domodossola ndr), arriva una volontaria di Stresa a portare cibo per gatti e, fortunatamente, le femmine sono state tutte sterilizzate. E poi – conclude la Gaggino – so che anche a San Marco c’è un punto dove volontari lasciano croccantini».

Insomma di gatti in giro ce ne sono tanti ed in proporzione alle persone che vi abitano sono davvero troppi. E’ un fenomeno che si manifesta specialmente in autunno, quando i turisti se ne sono andati e le seconde case vengono chiuse.

D’estate sono in tanti a dargli da mangiare, ma quando arriva la brutta stagione, per questi gatti, diventa difficile trovare cibo e così si raggruppano vicino alle poche porte che ogni tanto si aprono ed aspettano che qualcuno, preso dalla compassione o dalla disperazione, gli dia qualcosa da mangiare.

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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