BOGNANCO

Antonio CroppiLa Bognanco è silenziosa anche in primavera e nelle frazioni della valle, chiedo ai pochi abitanti quali  sono i problemi che più assillano la popolazione. A Pioi incontro Antonio Croppi il quale, alla mia domanda, si guarda in giro per prendere tempo e trovare una risposta e poi esordisce: « Cosa vuole che le dica. Mi sembra ben che vogliono fare qualche cosa, quelli del comune, ma il problema grosso è che qui non ci abita più nessuno»
Il silenzio infatti nella frazione è totale. L’unico rumore è causato dallo stillicidio dell’ultima neve che ancora pesante sui tetti si sta sciogliendo. Nelle piccole stradine in mezzo alle case, ci sono poche impronte. Spalare la neve? E per chi? Meglio camminarci sopra e pestarla, tanto poi a maggio non ce ne sarà più.

Ma dalla Bognanco agricola, si passa a quella industriale e Remigio Mancini, direttore responsabile della società Acque Minerali, ha le idee chiare su cosa non va a Bognanco. « In valle, abbiamo una linea telefonica che è ancora quella dei tempi del commendatore Crescentino Rampone. Stiamo parlando degli anni cinquanta-sessanta. Non si può essere concorrenziali nel commercio se non si ha a disposizione una linea informatica veloce. Ma non è solo questo il problema di Bognanco. Vogliamo parlare di energia elettrica? Ci sono linee aeree in mezzo ai boschi che ad ogni nevicata si rompono sotto il peso dei rami che cadono e lasciano senza corrente molte zone  per lunghi periodi. Proseguo?»
Prego.
« Siamo l’unica valle in Ossola senza la rete del gas metano e dobbiamo inventarci sistemi  strani per il riscaldamento.»
C’è altro?
« Lo sa che dico sempre quel che penso ed anche in merito all’acquedotto, voglio dire che Bognanco ha fatto un grandissimo errore a passare la gestione ad altri. Un errore che pagheremo caro in futuro. Fra non molto l’acqua del comune di Bognanco sarà intubata verso Domodossola e perderemo così il maggiore patrimonio bognanchese.
Gli amministratori della valle non hanno pensato al futuro e non si sono mai posti degli obiettivi seri a medio e lungo termine. Ed i risultati oggi sono evidenti».

I giovani albergatori di Graniga, Paola Pellanda e Gianluca Maccagno, ritengono che il problema maggiore per le strutture ricettive sia l’acqua. «Ne viene poca – dicono – ed in modo discontinuo. E questo non è certo un onore per una valle che ha fatto storia con le sueGianluca Maccagno acque minerali».

«Su questo fatto – continua Gianluca Maccagno – devo proprio dire che sono mancati gli investimenti. Per troppi anni si è sfruttato il successo del passato. Oggi le cose sono cambiate e Bognanco non ha saputo rinnovarsi. Escursioni, natura ed ambiente montano incontaminato, vanno bene – conclude Maccagno - ma si dovrebbe continuare ad offrire insieme anche benessere e salute, per  una vacanza completa e di vero relax».

 

Questi sono i commenti di chi vive e lavora a Bognanco, ma la valle è frequentata da molti turisti che hanno le seconde case ed anche loro partecipano alla vita sociale ed alla crescita del paese. Walter Allegrini, è originario di San Lorenzo, ma vive a Seregno in provincia di Milano e non nasconde un disagio per le tasse esposte in modo sproporzionato rispetto all’utilizzo  delle seconde case e per lo scempio che la ex caserma della finanza continua a fare nel bel mezzo del paese.

Walter Allegrini« Vorrei però essere propositivo – ha detto Allegrini – ed avrei una idea per migliorare l’offerta turistica in  valle: realizzare, con pochissima spesa, un “sentiero geologico”. L’itinerario che avrei studiato parte da San Bernardo e passando dal piccolo laghetto di Agro, dove si potrebbero installare passerelle in legno sospese, per camminare senza rovinare la splendida vegetazione naturale, si arriverebbe alla bocchetta di Gattascosa e da qui raggiungere il Passo Monscera  per poi scendere all’Alpe Paione e chiudere l’anello “geologico” alla palude di San Bernardo. Ogni mezz’ora di cammino dovrebbero essere previste delle soste didattiche con pannelli esplicativi ed informativi, circa la presenza sul territorio di minerali, di quali tipi di  fauna e flora».

Il sindaco Giuseppe Maccagno  risponde alla popolazione in merito ai problemi che la nuova gestione dell’acquedotto provoca.« E’ stata una scelta forzata, quella di affidare la gestione ad altri. Come comune non avremmo mai potuto sostenere una rete idrica ed in particolare quella  di smaltimento a norma. Le utenze sono minime e marginali rispetto alle spese che si devono sostenere per mantenere gli acquedotti e la rete fognaria. Per quanto riguarda invece  la mancanza di obiettivi, devo dire che il comune ha sempre pensato di recuperare spazi sul turismo termale, senza mai trascurare l’enorme offerta turistica dell’alta valle. Infine, sul discorso dello spopolamento –conclude il sindaco – c’è ben poco da dire. E’ una emorragia continua che colpisce tutti i paesi di montagna».

 

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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