Mercoledì 16 ottobre, così come finisce un giorno, è finito, qui sulla terra, Italo Darioli.

Aveva 84 anni e li ha vissuti tutti. Qualche giorno prima di cadere nell’imbuto della morte, con serenità disse: “Sono pronto!” Sapeva di morire e si è organizzato. Una splendida famiglia lo ha aiutato in questo terribile trapasso terreno che lo ha portato in uno spazio infinito di luce, colori ed armonie ed ora, su questa terra, è solo cenere e ricordi.

 

Tanti ricordi.

Sembrava che con la sua attività di commerciante, in quel di Gravellona Toce, si fosse allontanato dalla sua amata valle Bognanco ed invece, raggiunta l’età della pensione, non ci pensò due volte e con Rita, sua moglie, malgrado avesse sistemato la bella casa paterna a Domodossola, decise di andare a passare gli anni d’argento a Graniga, a 1100 metri sopra il livello del mare e vicino a quelle montagne dove ogni giorno tramonta il sole.

Italo aveva una incredibile capacità di stupirsi e meravigliarsi. Come i bambini, sapeva gioire delle cose belle che vedeva ed a ottant’anni i suoi occhi ancora sprigionavano meravigliava per un tramonto od un panorama. Le curiosità e le meraviglie del mondo lo esaltavano e la sua passione per le immagini, lo aveva portato a scoprire le cose fantastiche della tecnologia. Maneggiava il computer come uno studente affascinato ed elaborava immagini, foto e filmati per tutti, con particolare riguardo al patrimonio religioso bognanchese.

Ultimo presidente dell’Associazione Fanti, nel 2007, volle lasciare un ricordo, migliorando l’accesso a quell’incredibile luogo che è il “pian di Cangej” sopra la Gomba, realizzando una comoda strada e conservando in perfetto ordine e pulizia, il luogo dove è posizionata la statua “Madonna dell’Eucaristia”.

Accettò di far parte della Amministrazione comunale, con l’impegno di seguire le problematiche degli alpeggi e delle montagne e seguì questo incarico con passione e serietà. Contribuì con decisione al miglioramento ed abbellimento della valle, riuscendo a coinvolgere altri a proseguire molte sue idee ed iniziative.

Sabato scorso si sono svolti i funerali nella gremita chiesa di San Lorenzo, ed al termine, la nipote Giorgia, salita sull’altare, gli ha dedicato un bellissimo pensiero, ricco di tanti: “…mi mancherai...” Alla fine, dai banchi è partito un fragoroso applauso, segno che Italo, non mancherà solo a lei, mancherà un sacco a tutti.

 

Così come mancherà a molti, Adele Lucia Pianzola vedova Possa, deceduta martedì 15 ottobre a Domodossola dopo un lungo periodo di sofferenza.

Nata a Bognanco nel 1927, dopo la giovinezza trascorsa a Vagna d’inverno e sugli alpeggi di Bognanco in estate, a 22 anni sposò Carlo Possa dove, nella frazione Possetto aprirono un’osteria, che poi divenne trattoria con alloggio.

Lucia cucinava e pensava alla famiglia, Carlo aveva lo spirito imprenditoriale e nel 1989 inaugurarono l’albergo Regina in località Fonti.

Donna semplice, silenziosa e di animo buono. «La si vedeva di rado in paese – dice il figlio Giuseppe Possa – salvo in occasione di funzioni religiose. Stava sempre in disparte, senza lamentarsi ed era un pilastro fondamentale per la nostra famiglia.

Mai un giorno di vacanza o un fine settimana fuori porta, solo per il 25° anniversario di matrimonio si sono concessi uno svago. Ricordo – continua il nostro collaboratore - che partimmo tutti e sei in macchina ed io ero al volante. Silvana, la più piccola di noi figli, si teneva nascosta tra gli altri passeggeri per la paura di prendere una multa. Ci recammo al Santuario di Re a commemorare la ricorrenza e poi attraverso la valle cannobina, andammo a pranzo giù sul lago a Cannobio, nel ristorante di un nostro cliente che veniva a bere l’acqua di Bognanco e soggiornava da noi».

C’è chi trascorre la vita con visibilità e presenza e c’è chi preferisce starsene dietro le quinte.

Ognuno vive la propria esistenza a modo proprio ed ognuno muore come Dio vuole.

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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