Remigio Mancini thE’ finita! Remigio Mancini non è più il sindaco di Bognanco.

Lunedì 29 gennaio si è riunito il Consiglio Comunale in seconda convocazione ed alla presenza di tutti e cinque i consiglieri di opposizione (Bonzani, Castellano, Darioli, Brazzale e Croppi), è stata votata la mozione di sfiducia con cinque voti, contro due; uno dello stesso sindaco Mancini e l’altro di Clerici, unico assessore rimasto. Assente il vice sindaco Possa, a detta di Clerici già in sud America da una settimana e la consigliera Giacobini assente – ha precisato sempre Clerici - per motivi personali.

Il sindaco, iniziando il suo intervento, ha voluto avvisare i consiglieri (senza per altro mai guardarli in faccia) a tenere un tono basso, pena la minaccia di alzarsi e abbandonare la seduta. Dai consiglieri nessun commento. E’ iniziato così un lungo monologo del sindaco che ha snocciolato, senza interruzioni, opere, progetti, successi ed insuccessi durante il suo mandato, manifestando un profondo dispiacere per non poter ultimare, venendo sfiduciato, le tante cose avviate e per le quali mancherebbe, a detta sua, solo una firma qua, una marca da bollo là. Piccolezze insomma. Roba di poco conto. «Più di così non potevo fare. Ho aperto molte porte – ha detto più volte durante il suo intervento - e spero proprio che chi verrà dopo di me le possa chiudere nel migliore dei modi. Tutte opere e progetti che in questo anno e mezzo che ci mancava, per concludere il nostro mandato, le avremmo finite di certo». E fra i lavori elencati, ha citato i successi delle opere relative alla telefonia, alla banda larga, anzi «banda ultra larga». Ai numerosi interventi nelle frazioni, al Piano Regolatore «ormai sul punto di essere ultimato» e ai 140 mila euro ricevuti dalla assicurazione per le ex scuole di San Marco danneggiate dall’incendio e «bloccati da Roma per il Patto di Stabilità». Alla vendita del vecchio Municipio di San Lorenzo «per il quale sono già pervenute tre offerte», agli ex alberghi Meda e Villa Regina, alle opere in alta valle «e per intenderci; oltre San Bernardo». Alla ex caserma della Guardia di Finanza «ormai - quasi e praticamente - di proprietà del comune». Insomma una lunga lista di cose fatte e solo da finire. Bisogna ammettere però, con molta onestà, che il sindaco ha voluto anche citare alcuni insuccessi e fra questi ha rimarcato « il dispiacere di non aver partecipato ai bandi per il miglioramento degli alpeggi» (qualcuno pagherà per questo – ha ripetuto più volte) «e per non essere riuscito a sistemare, come si doveva, la piazza di San Lorenzo. Ogni paese ha la sua piazza e la piazza di Bognanco è questa davanti al municipio».

Nel concludere il suo lungo intervento, il sindaco ha espressamente detto che «mi sarebbe piaciuto essere più in sintonia con gli altri consiglieri, ma il mio carattere mi ha portato purtroppo ad essere a volte un po’ troppo irruento». Siccome nessuno dei presenti lo ha interrotto, ritenendo di essersi allungato forse troppo, ha chiesto agli altri consiglieri di intervenire e questi non hanno fatto altro che rivolgersi alla segretaria pregandola di non perdere altro tempo e di passare alla votazione della mozione di sfiducia. Cinque a due. Sindaco a casa e per la prima volta a Bognanco verrà un Commissario. Fortuna per pochissimo tempo perché in primavera si andrà a votare. In valle è già iniziata la campagna elettorale che si preannuncia dura e piena di sorprese.


Giancarlo Castellano
, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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