Bisognerebbe avere più di cento anni per ricordarseli tutti. I coniugi Dario Mella e Gisella Giovannone, di Bognanco Fonti che di anni ne hanno entrambi più di ottanta, ne ricordano comunque un bel pò. Stiamo parlando dei negozi che c’erano una volta in valle Bognanco.

«Se vogliamo cominciare dall’alto – dice Dario – a San Lorenzo c’era la Cooperativa in piazza, poi il negozio di Armando e Rosanna. In ultimo aprì anche Caterina con il suo mini market e se non ricordo male, a Bacinasco, per molti anni i Rovina avevano una macelleria. E quindi a San Lorenzo i negozi son stati quattro.

Qui a Bognanco Fonti – continuano Gisella e Dario aiutandosi a vicenda nei ricordi - c’era la panetteria Darioli con il negozio al piano strada e poi scendendo c’eravamo noi e di fronte la macelleria del Guerrino e poco più sotto, un'altra macelleria nella casa degli Scesa, proprio di fronte all’ingresso della Direzione Medica. Più sotto ancora c’era il negozio di Rosanna che noi chiamavamo al Fontaneto. Ci siam dimenticati… su, davanti all’albergo Mirafiori, aveva aperto un negozietto alimentari la Poletta e giù, dove adesso c’è l’albergo Pace, anche lì c’era un negozio che poi hanno demolito per fare il parcheggio interno al cortile. Lo chiamavamo il negozio dei Gallo e lì mi sembra di ricordare che facevano anche il pane. Ah, poi al Gabbio con l’osteria, c’era il negozio di commestibili della Giuditta. In totale li ha contati?».

Quattro a San Lorenzo e nove a Fonti e bassa valle, fanno tredici attività di commestibili.

«Che bei tempi. Eravamo in tanti e c’era lavoro per tutti. Pensi che un anno, nel solo giorno di ferragosto avevo venduto 80 chili di pane! Adesso non c’è più nessuno», dice Dario con un po’ di nostalgia.

Ma oltre ai negozi di commestibili, c’erano altre attività commerciali?

«Eh sì, certo. Aspetti che ricordo… L’Annetta Pellanda teneva aperto un negozio di giocattoli vicino all’ingresso del Parco e qui a Fonti c’erano due negozi di parrucchiere e un calzolaio e anche su a San Lorenzo c’era un calzolaio. E poi c’era il tabacchino e l’edicola dei giornali. E avrò di sicuro dimenticato qualcuno.

Adesso siamo rimasti solo noi con il nostro negozio - continua Gisella - e anche di bognanchesi, a dire il vero, ne son rimasti pochi. Qui allo stabilimento delle acque minerali, ad esempio, lavoravano un mucchio di persone ed erano tutte di Bognanco. Alla sera, facevano la spesa e andavano a casa. Oggi quei pochi operai che ci sono ancora, sono tutti di via. E chi fa più la spesa nei negozietti? Questo lavoro in ogni modo è la mia vita e la mia passione – conclude Gisella – e io continuerò a tenere aperto, anche se non è più come una volta, e lo farò fino a che ne avrò la forza».

E’ una storia, questa dei negozietti di montagna che chiudono, molto simile a tante altre storie che si leggono sui giornali e si vedono in televisione. La storia di Gisella e Dario e del loro ultimo negozio a Bognanco, ha in più quel sapore della vita che solo gli eroi sanno esprimere.

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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