BOGNANCO
 
Non è la prima volta. Altri hanno preso la strada provinciale della valle Bognanco e l’hanno fatta finita. Un modo lo si trova sempre e un posto vale l’altro. Forse la valle Bognanco è semplicemente la più comoda e la più vicina al capoluogo ossolano e come entri in valle, ti trovi subito nel deserto. Nei primi quattro chilometri non c’è nemmeno una casa ed il traffico è ridottissimo, specialmente nelle ore notturne.

 Giri  per un po’ con la macchina in città, percorri le vie del centro. Stop, semafori, incroci,  rotonde. Ti fermi anche a dar precedenza ai pedoni della notte che attraversano le strisce pedonali e guardi i volti  delle persone che passano ed ignorano la tua disperazione. Giri nelle vie del centro come una spirale che ti porta  verso l’esterno della città e ti sei già inoltrato in valle.

 Il torrente scorre sotto la strada ed i rami delle piante si protendono sulla carreggiata come fantasmi; alcuni per supplicarti di fermarti, altri invece, ti invitano a farlo.
Adesso.  Attorno a te solo boschi silenziosi e acqua che scorre a valle. Non c’è neppure vento. Le foglie sui rami sono immobili,  come se si fossero già arrese.  Arrivi ad una sorgente,  proprio sul ciglio della strada, scendi dall’auto, lasci portiera aperta e motore acceso e bevi; per l’ultima volta. Forse. Fai inversione e ritorni indietro. Al diavolo. No.  Non adesso. Un'altra volta.

Ma la tua macchina si ferma dopo pochi metri al bordo della strada e spegni il motore.  Spegni anche il telefonino e te lo metti in tasca. No. Non un'altra volta….

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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